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March 13, 2025

ORIANA FALLACI. STORIA. GIORNALISTA. LIBRI. DAILY INSPIRATION. Things That Inspire Me.

Oriana Fallaci ha vissuto una vita ricca di avventure, scontri, amori, rinunce e conquiste attraverso una visione senza compromessi. Oriana Fallaci è considerata senza dubbio la giornalista italiana più influente e controversa del XX secolo. Durante la sua vita straordinaria ha documentato ed esplorato il mondo per cercare la verità, sfidando una società dominata da figure maschili. Famosa per il suo stile frontale e diretto, Oriana Fallaci ha segnato la storia del giornalismo affrontando temi scomodi e interrogando poteri forti. Ha coperto attivamente la guerra del Vietnam nel 1967 diventando la prima corrispondente di guerra donna. Ma quello era solo un punto di partenza.

"Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo"

Biografia di Oriana Fallaci
Nata a Firenze nel 1929, Oriana Fallaci era la maggiore di quattro sorelle. Suo padre, Edoardo, un muratore antifascista, fu arrestato e torturato dalle camicie nere durante l'epoca di Mussolini. Questi eventi e l’atmosfera di oppressione segnarono profondamente la giovane Oriana, spingendola già da adolescente a sostenere la resistenza partigiana, trasportando munizioni di nascosto.

Fin da piccola, Oriana sognava di diventare scrittrice. Pur iscrivendosi a medicina – su consiglio di uno zio che riteneva la laurea utile per raccontare storie – iniziò presto a lavorare come giornalista per potersi mantenere durante gli studi. Questo fu l'inizio di una carriera che l'avrebbe consacrata come una delle più importanti testimoni storiche del Novecento.

Gli inizi della carriera e il successo a Milano
Oriana Fallaci si trasferì a Milano negli Anni 50, ed esordì nel giornale Epoca , dove lo zio era editore. Per non mostrare favoritismi, inizialmente la relegò a fare del lavoro di scrivania ma Oriana mostrò fin da subito la sua personalità. Quando lo zio Bruno fu licenziato da Epoca, anche Oriana lasciò il settimanale per L'Europeo diretto all'epoca da Michele Serra, con cui collaborerà fino al 1977. Nell'effervescenza del cambiamento culturale in tutto l'Occidente, Oriana si trasferì a New York per vedere da vicino la società americana in trasformazione, gli hippy, la controcultura e la guerra del Vietnam.

È così che nacque il suo libro I sette peccati capitali di Hollywood, con prefazione di Orson Welles: una radiografia di ciò che accadeva nella mecca del cinema, svelando il dietro le quinte dei potenti del cinema e anticipando di circa 5 decenni il movimento del #metoo.

La guerra del Vietnam e il ruolo di pioniera
Nel 1967 Oriana Fallaci divenne la prima corrispondente di guerra donna. Come rappresentante del suo giornale, L'Europeo, ha viaggiato in Vietnam 12 volte in 7 anni. Era tanto critica nei confronti dell'invasione statunitense quanto lo era delle azioni del Fronte Nazionale per la Liberazione dei Vietcong. Le sue storie verranno poi incluse nel romanzo Niente e così sia del 1969. (Elle.com)

𝒟𝒶𝒾𝓁𝓎 𝐼𝓃𝓈𝓅𝒾𝓇𝒶𝓉𝒾𝑜𝓃 
Things That Inspire Me Everyday. 
Spero che abbiate tutti una bella giornata! 
𝓁𝑜𝓋𝑒, 𝒙𝒙 𝑺𝒕𝒆𝒇𝒂𝒏𝒊𝒂 p.s. more daily inspiration
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Non aspettarti mai dall'amicizia i miracoli che l'amore riproduce: gli amici non possono restituire l'amore. 
Non possono strappare la solitudine, riempire il vuoto, offrire quel tipo di compagnia. Hanno la propria vita, gli amici, i propri amori. Sono un'entità indipendente, estranea, una presenza transitoria e sopratutto priva di obblighi. Riescono ad essere amici dei tuoi nemici, gli amici. Vanno e vengono quando gli pare o gli serve, e si dimenticano facilmente di te: non te ne sei accorto? Oh, andando promettono montagne. Magari in buona fede. Conta-su-di-me, rivolgiti-a-me, chiama-me. Però se li chiami , nella maggior parte dei casi non li trovi. Se li trovi, hanno qualche impegno inderogabile e non vengono. Se vengono, al posto delle montagne ti portano una manciata di ghiaia: gli avanzi, le briciole di se stessi. E tu fai la medesima cosa con loro. No, a me non basta l'amicizia. Io ho bisogno dell'amore. Io ho bisogno di amare ed essere amata con gli obblighi dell'amore, le scomodità dell'amore, le assolutezze e le tirannie dell'amore: l'amore del corpo e dell'anima. Ne ho bisogno di come si ha bisogno di mangiare e di bere, dicevo, ne ho bisogno per sopravvivere. Oriana Fallaci. -Insciallah

I sette peccati di Hollywood, Oriana Fallaci 
"Andai alla Paramount. Sinatra era impegnato in una scena noiosa. C'era uno scivolo, molto inclinato, e doveva buttarsi in ginocchio giù dallo scivolo fermandosi, in fondo, fra Rita Hayworth e Kim Novak, (in pantaloni di strass). Sinatra la ripetè quattordici volte mentre tutti gemevano

Fantastici Che bravo!» e non succedeva nulla di male. Ma, alla quindicesima, prese troppo lo slancio e andò a battere il naso contro la macchina da presa che era sistemata per terra, molto vicina allo scivolo, per riprendere i primi piani. Per un livido piccolo come il neo falso della Novak, Sinatra si mise a urlare e, più gli altri cercavano di consolarlo con frasi tenere, massaggi e carezze, più si irritava: come se la colpa fosse di tutti all'infuori che sua. Infine, intatto e sdegnoso, mi passò accanto con occhi di ghiaccio. 

«Ma» dissi «non dovevamo parlare?» Mi guardò come se non m'avesse mai vista. 
«Con me?» replicò irrigidendosi a simile audacia. E, a testa alta, sparì col suo livido nel camerino. 
Da cosa nasca il successo di quest'uomo capriccioso nemmeno gli psicanalisti riescono a dirlo. È 
gracile, già mezzo calvo, sembra gobbo: una cicatrice profonda gli deturpa la mascella sinistra restando visibile nonostante il cerone. Nessuno negherebbe a cuor leggero che è brutto. Si veste poi come un gangster del 1929: camicie nere, cravatte bianche, giacche ..."

"I sette peccati di Hollywood" è il primo libro di Oriana Fallaci, uscito nel 1958 per Longanesi e poi ripubblicato nella collana BUR di Rizzoli. Nato dai reportage che la giovane giornalista toscana realizzò per "L'Europeo" durante i suoi viaggi negli Stati Uniti tra il 1955 e il 1957, il volume è un viaggio lucido e tagliente nel cuore dell’industria cinematografica americana. Tutto inizia con un incarico ambizioso: intervistare Marilyn Monroe. Nonostante il fallimento di quel tentativo, dopo giorni di attesa e porte chiuse, la Fallaci trasforma il suo soggiorno a Hollywood in un’indagine profonda e personale.

Con uno stile vivace, ironico e senza peli sulla lingua, l’autrice esplora il mondo delle star attraverso il filtro dei sette peccati capitali, mettendo a nudo le contraddizioni di un ambiente tanto glamour quanto spietato. Tra le pagine spiccano incontri con giganti come Orson Welles – che scrive la prefazione – Judy Garland, Burt Lancaster e Yul Brynner. Non sono solo divi irraggiungibili: la Fallaci ce li mostra come persone reali, fragili, spesso schiacciate da un sistema che vive di apparenze e profitti. Li segue nelle loro case lussuose, si intrufola nelle feste sfarzose, osserva i set cinematografici con un occhio curioso e disincantato.

Ciò che colpisce, ancora oggi, è la modernità del racconto. Sebbene ambientato negli anni ‘50, il libro parla di temi universali: il culto della fama, il peso delle aspettative, la macchina del successo che divora chi la alimenta. È un’opera che svela il talento nascente di una Fallaci già brillante, capace di unire cronaca e riflessione con una scrittura pungente. Anche se alcuni riferimenti possono risultare lontani per i lettori di oggi, "I sette peccati di Hollywood" resta un ritratto vivido di un mondo che, pur cambiando pelle, non smette mai di specchiarsi nei propri vizi.

“Io non so perdonare. Né perdonare né dimenticare. È uno dei miei più grandi limiti forse, e il più lugubre. E meno che mai so perdonare quando una ferita mi è stata inferta da persone dalle quali mi aspettavo affetto, tenerezza, o sulle quali mi facevo illusioni positive. Ciò non significa, naturalmente, ch’io dichiari guerra o resti in guerra con coloro che mi hanno ferito. Significa che quelle persone le liquido. Le cancello dai miei pensieri, dalla mia vita. Se le incontro per strada le saluto, in alcuni casi ci scambio una parola, ma è come se mi rivolgessi ad un’ombra. Esse non esistono più. Non v’è uomo o donna colpevole verso di me che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.” Oriana Fallaci

Sono rari gli uomini che scelgono donne profonde al proprio fianco, perché quelle superficiali e, perlopiù, concentrate sull'apparenza, danno meno problemi e sono più facilmente gestibili. Una donna profonda, invece, cerca dialoghi costruttivi e confronti, vuole e crea intimità, ha consapevolezza di sé e conosce i propri limiti e le proprie forze. Una donna profonda detesta la superficialità, la volgarità. Non vuole piacere a tutti, non si accontenta ma cerca, sa che il suo valore non risiede nell'aspetto ma nella tenacia del cuore.
Le donne profonde sono come uragani. Non si fermano davanti a nulla. Ridono e piangono senza vergognarsi e se ne hanno voglia si siedono per terra o camminano scalze come se fosse la cosa più normale del mondo. Non hanno paura delle sfide per trovare ciò che hanno nel cuore, né di soffrire per inseguire i loro ideali. Non cercano nella coppia un leader da seguire, né un figlio da salvare. Ma un compagno con il quale camminare. 
Le donne, tutte le donne, devono sempre ricordarsi chi sono e di cosa sono capaci. Non devono temere di mostrarsi intelligenti, di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo! Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede coraggio, una sfida che non annoia mai. Oriana Fallaci

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