Jane Digby è una donna vissuta nell’Ottocento, dall’esistenza del tutto inconsueta rispetto alle sue contemporanee. Jane visse ascoltando unicamente le proprie passioni, senza compromessi e senza curarsi delle rigide regole perbeniste dell’epoca. In vita pagherà le sue scelte controcorrente con un’indelebile etichetta di immoralità e dissolutezza, che la spingerà verso l’Oriente.
Nata il 3 aprile 1807 nel Dorset a Forston House, la tenuta del nonno materno, che diverrà Primo Conte di Leicester, Jane cresce in una famiglia aristocratica e facoltosa. Da adolescente trascorre un certo periodo all’estero, tra Francia, Italia e Svizzera. La sua spiccata intelligenza le permette di imparare con facilità le lingue.
La sua bellezza era leggendaria ma dietro a quel volto etereo si nasconde una grande personalità, ai più ignota poiché tenuta per quanto possibile nascosta, dato la società di allora. A 21 anni sposa Lord Edward Law, conte di Ellenborough, di 17 anni più anziano: credendo di esserne innamorata infatti dell’amore scriveva che «essere amata era una necessità come l’aria che respirava».
Lord Edward era un politico in ascesa che diventerà governatore delle Indie: Jane non pensava che il marito avrebbe passato la maggior parte del tempo a scrivere discorsi politici. Quando Jane scopre che egli ha un’amante, reagisce cercandone uno a sua volta. Prima con il cugino George Anson poi il principe Felix Schwarzenberg, da entrambi avrà un figlio. Quest’ultima relazione diventa di dominio pubblico e il principe Felix ritornò in patria per evitare che la sua carriera venisse rovinata e Jane Digby decide di seguirlo all’estero ma Felix è deciso nel respingerla per proteggere la propria carriera.
Jane a Monaco di Baviera, attira le attenzioni del re Ludovico I di Baviera, del barone tedesco Carl Vennigen e Honore de Balzac lo scrittore francese che a lei dedica il personaggio di Lady Arabelle Dudley nell’opera Giglio nella Valle.
È proprio in Germania, presso il castello di Weinheim, che Jane incontra Honore de Balzac lo scrittore francese subisce sicuramente il fascino della carismatica nobildonna e s’ispira a lei per il personaggio di Lady Arabelle Dudley nell’opera Giglio nella Valle, descrivendola come una conquistatrice innamorata e carnale:
“il suo desiderio va come un mulinello nel deserto, il deserto la cui immensità ardente è dipinta nei suoi occhi, il deserto pieno di azzurro, con il suo cielo inalterabile e le sue fresche notti stellate“.
Balzac sembra prevedere il futuro di Jane, intravedendone il destino proprio nel deserto, nel momento in cui delinea il desiderio di Lady Arabelle di visitare l’Oriente.
In seguito Jane sposa il conte greco, Spiridon Theotoky, da cui ha un figlio, Leonidas. In Italia avviene un episodio atroce della sua vita a Bagni di Lucca, il figlio Leonidas di sei anni si affaccia dal balcone dell’albergo si sporge troppo, cade e muore.
Jane scopre che anche Spiridon la tradisce, lo lascia e diventa l’amante prima del re Ottone I di Grecia, poi del generale della rivoluzione per l’indipendenza greca Christodoulos Chatzipetros, ma anche lui la tradisce, con la sua cameriera, e Jane è costretta ad abbandonarlo. La nobile inglese ha 46 anni, è ancora una donna bellissima ma, delusa dall’amore, si ripromette di rinunciare agli uomini e decide di recarsi in Siria per visitare Palmira, il leggendario regno della regina Zenobia, come farà anni dopo l’avventuriera Marga d’Andurain.
Sarà proprio nel deserto che Jane Digby incontrerà il vero amore: lo sceicco Medjuel el Mezrab, di vent’anni più giovane, capo della tribù beduina degli Anazeh.
La Digby non si convertirà mai alla religione musulmana ma vivrà felicemente con lui, fino alla fine dei suoi giorni, per oltre 25 anni.
Jane si veste come gli arabi, di cui impara cultura e lingua (ne parlava fluentemente altre otto), è un’archeologa dilettante e un’abile pittrice, diventando una delle maggiori esperte della cultura orientale. A Damasco, dove vive sei mesi l’anno, fa da guida agli stranieri che vogliono conoscere la civiltà mediorientale. Gli altri sei mesi li trascorre nel deserto assieme al marito, vivendo nelle tende beduine di pelle di capra, cavalcando i cammelli e visitando Siria, Iraq e Iran, felice di muoversi libera tra le dune del deserto.
Ritratto di Jane Digby di Joseph Karl Stieler del 1831.
Nel Castello di Nymphenburg a Monaco di Baviera, tra i quadri appartenenti alla Galleria delle Bellezze, la collezione di ritratti delle più belle donne del tempo voluta da Re Ludwig I, c’è quello raffigurante una giovane donna inglese, realizzato nel 1831 dal pittore di corte Joseph Karl Stieler. Veste un elegante abito di raso nero decorato da un cordoncino oro. Ha lo sguardo rivolto all’insù, un po’ perso nel vuoto. I lunghi boccoli che le ricadono sulle tempie mettono in risalto il diadema che le orna la fronte. [continua a leggere da Jourdelo]
Scandalous women in British history
From suffragettes to rebellious aristocrats: some of Britain's most infamous women.
La giovane è Jane Digby, figlia dell’ammiraglio Sir Henry Digby, che aveva combattuto con Nelson a Trafalgar e di Lady Jane Elizabeth Coke, nobildonna del Dorset.
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