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May 04, 2020

Le frasi più belle di Giorgio Armani {L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare} {Life, Love, Culture, Stories}. Quotes


“La moda per me è un mestiere, fatto di fantasia e concretezza, di intuito e rigore, di slancio e controllo. Non ha nulla di divino o sensazionale, ma ha un impatto incredibile sulla vita quotidiana. Nella mia visione di inventore pragmatico, non nasce dal canto delle muse, da uno stordimento poetico, da un raptus creativo. Fare moda vuol dire elaborare un’idea coerente di bello e condividerla con il tuo pubblico, tenendo conto delle diverse realtà della vita contemporanea. Se si è davvero attenti, se si riescono a intercettare anche i più piccoli segnali, che sono lì ad attenderti, in ogni instante, i bisogni del pubblico li si avverte ancora prima che si manifestino e si gioca d’anticipo, identificando i cambiamenti della società”. Giorgio Armani


1. L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare.
2. Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no. È gusto e cultura.
3. La volgarità è la malattia della finta modernità.
4. Alla moda del nudo sono contrario: un buon sedere è un buon sedere, ma per chi crea vestiti il nudo è autodistruzione.
5. Il creativo sicuro è un cretino.


6. Nella società dell’apparire occorre apparire, ma l’essere oggi rappresenta ancora un valore fondamentalmente. Ritengo che l’apparire abbia breve durata, ma l’essere sia per la vita.
7. Lo stile consiste nel corretto bilanciamento tra sapere chi sei, che cosa va bene per te e come vuoi sviluppare il tuo carattere. I vestiti diventano l’espressione di questo equilibrio.
8. La legge del lusso non è aggiungere, ma togliere.
9. La moda è quella che viene suggerita e che spesso conviene evitare, lo stile è ciò che ciascuno ha e che deve conservare per tutta la vita.
10. Per essere eleganti non si deve assolutamente aver l’aria di essersi vestiti a fondo, vale a dire essersi studiati molto bene, essersi coordinati; bisogna sempre avere un’aria piuttosto casuale, che non significa essere trasandati.


11. Crescere non vuol dire altro che adattare il mondo perfetto delle idee a quello imperfetto della realtà.
12. Il corpo è una punto di partenza e di arrivo di tutto quello che faccio.
13. Quando un regista mi chiama, valuto sempre con attenzione il progetto. Il cinema, infatti, mi consente di lavorare con i vestiti in una maniera che asseconda la mia visione di stile, in aiuto alla costruzione di un personaggio. È un'operazione che, quando riesce davvero, premia nella maniera più appagante: l'eternità. Un personaggio riuscito, infatti, abbatte la barriera del tempo, diventa una figura mitica: non solo per come si propone, ma anche per come è vestito.
14. Il mio percorso di stile parte da poche linee vergate sulla carta e si conclude in un'immagine fatta di pochi elementi combinati in maniera sottile. Perché, ne sono convinto, la semplicità è forza. Semplice non è mai il punto di partenza, ma sempre il punto d'arrivo.
15. (...) Semplicemente, non ho mai amato la creatività fine a se stessa, l'esplosione di fantasia capace giusto di stupire e lasciare a bocca aperta con creazioni che poi di indossabile non hanno nulla. Anche il più alto volo di fantasia per me deve avere un senso. Deve tradursi in un capo, in un accessorio che poi una donna e un uomo saranno in grado di portare.


16. Essere famoso è quasi un impegno morale, per non smentirti, per mantenere la fiducia di chi ha creduto in te, per non perdere il tuo stile inconfondibile, con la convinzione che nella vita essere veramente famosi vuol dire esserlo sempre.

17. Gli aggettivi con i quali mi identifico, come persona e stilista, sono: preciso, pignolo, rigoroso, intransigente, leale, costante, determinato, appassionato. La mia moda nasce da un lavoro di sottrazione, dal rispetto per chi indossa l'abito, dall'idea di creare uno stile capace di resistere, pur evolvendosi nel tempo.
18. Creare un abito da sera memorabile, la borsa che tutte vorrebbero, un blazer confortevole come un cardigan, ma anche una semplice T-shirt bianca o il paio di jeans capace di catturare lo spirito del momento: tutte queste sarebbero azioni vuote se non arrivassero al pubblico nel modo giusto. Bisogna comunicare per farlo: creare un immaginario, suggestionare.
19. Ho dimostrato negli anni che sexy non è il corpo esposto allo sguardo di tutti, ma è suggerire, velare e rivelare, lasciando intuire senza mai esibire.
20. La moda per me è un mestiere, fatto di fantasia e concreteza, di intuito e rigore, di slancio e controllo. Non ha nulla di divino o sensazionale, ma ha un impatto incredibile sulla vita quotidiana. Nella mia visione di inventore pragmatico, non nasce dal canto delle muse, da uno stordimento poetico, da un raptus creativo. Fare moda vuol dire eleborare un'idea coerente di bello e condividerla con il tuo pubblico, tenendo conto delle diverse realtà della vita contemporanea. Se si è davvero attenti, se si riescono a intercettare anche i più piccoli segnali, che sono lì ad attenderti, in ogni instante, i bisogni del pubblico li si avverte ancora prima che si manifestino e si gioca d'anticipo, identificando i cambiamenti della società.


“Era con stupore che guardavo come le mie amiche volessero indossare le giacche che facevo per l’uomo e fu allora che mi resi conto che la ricerca di un certo tipo di donna era di avere un modo di vestire a disposizione come aveva l’uomo e cioè una giacca decostruita, non impettita, una giacca che permette di muoversi con molta disinvoltura e usarla come una seconda pelle”.

“Trovavo che erano state un po’ ridicolizzate, quasi sempre rese un po’ bambole, a tutti i costi sfavillanti, sovraccariche e tali da suscitare pensieri di letto. Il che va anche bene, ma non per le donne che lavorano, che hanno ormai una vita identica a quella dell’uomo e, nel vestire, esigenze uguali: bisogno di praticità nell’eleganza, di essenzialità”.

“Il tessuto è la ragione del mio successo. Drappeggiare un tessuto su una figura è la cosa più sensuale che esista. Il movimento si deve formare nella mano e avere un legame con il corpo”.

“Ho sempre pensato al mio lavoro come una risposta al tempo presente, perché gli abiti influenzano comportamenti e modi d’essere”.

“Coco Chanel, che forse qualcuno scambia per l’apoteosi del classico, è stata la più originale delle donne”.

“Elimino le differenze tra uomo e donna. Ho dato all’uomo la scioltezza, la flessuosità, la morbidezza della donna. E alla donna il comfort, l’eleganza dell’uomo. Io destrutturo, ammorbidisco”.

“Miuccia Prada ha scelto la strada dell’ironia e del cattivo gusto che piace. Io ho scelto di vestire la gente. Mi rifiuto di fare baracconate soprattutto sull’uomo, penso sia una mancanza di rispetto verso i consumatori. M’infastidisce che certe cose vengano osannate dalla stampa anche quando le collezioni sono brutte”.

“L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”.


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