Alexander Pope (Londra, 21 maggio 1688 – Twickenham, 30 maggio 1744): satira e classicità. Così potremmo riassumere il grandissimo contributo alla letteratura inglese nel XVIII secolo, un’epoca in cui nasceva un nuovo genere letterario, il novel, il romanzo borghese di Defoe, Richardson e Fielding. Alexander Pope è talmente noto che, assieme a Tennyson e Shakespeare, rappresenta uno dei poeti britannici più citati e ricordati. Inoltre, egli è tradizionalmente considerato uno dei principali esponenti dell’Età augustea, quella fase della letteratura inglese dove la classicità tornò a dominare la scena.
@laura.caffrey
La formazione del poeta è segnata dai classici (i satiristi Orazio e Giovenale, ma anche Virgilio e Omero, che torneranno nella sua opera) e dai grandi scrittori inglesi (Chaucer, Shakespeare e Dryden). L’esordio letterario di Pope si data al 1717 col celebre The Rape of the Lock (“Il ratto del riccio”). L’estro satirico dell’autore londinese raggiunge, con questa composizione, altissime vette: il poema descrive il taglio di una ciocca di capelli di Belinda (la nobildonna Arabella Fermor) da parte del suo pretendente Robert Lord Petre. Un episodio assolutamente insignificante nelle mani del poeta londinese diventa una parodia dell’Iliade: il ratto del riccio è diventato il ratto di Elena, l’ekphrasis dello scudo di Achille diventa un’occasione per descrivere le innumerevoli sottovesti di Belinda e i moduli retorici sono i medesimi impiegati da Omero. L’intera situazione viene osservata in disparte da Pope stessa, che si fa beffe in questo modo dei passatempi e dei divertimenti dell’aristocrazia, unico passatempo di queste persone (non siamo lontani al Giorno di Parini e dalla satira del poeta lombardo dei sollazzi della buona gioventù milanese). Il componimento è un classico esempio di poema eroico-comico, dove le strutture retoriche e narrative dell’epica sono ribaltate per ottenere un effetto squisitamente spassoso.
@moderosaofficial
“Beato chi non si aspetta nulla, perché non resterà mai deluso.”
“Essere arrabbiati è vendicare le colpe degli altri su noi stessi.”
“Una scusa è peggiore e più terribile di una menzogna, perché la scusa è una bugia guardinga.”
“Il divertimento è la felicità di coloro che non sanno pensare.”
“Fai del bene di nascosto e arrossisci a vederlo divulgato.”
“Non essere il primo a provar le cose nuove
Né l'ultimo ad abbandonar le vecchie.”
@dana_chels